domenica 4 novembre 2012

E il viaggio continua - 9. Ultimo bagno a Pago



Pag, 21/8/2012

Arrivando dal nostro appartamento, il centro della città di Pago è preannunciato da una striscia di terreno che separa il golfo dalle saline, sulla quale sorgono una spiaggia, negozi, appartamenti ed alcune strutture turistiche. La via parallela alla spiaggia è piena di chioschi che vendono souvenir, nel classico stile croato, con quel tocco di pacchianeria che caratterizza i paesi che hanno avuto un passato culturalmente diverso dal nostro e che per dimostrare di averlo superato tendono a scimmiottare certe abitudini occidentali.
Il vecchio ponte porta al nucleo antico della città di Pag, che si sviluppa lungo vie ortogonali al cui centro è collocata Trg Petra Krešimira IV – la piazza principale – con la cattedrale di Santa Maria Assunta. L’impianto urbanistico della città è interessante, anche se il centro storico non è affascinante quanto quello di Rab. Tra i vicoli ci imbattiamo con una certa frequenza nelle signore del luogo che vendono i merletti, prodotto artigianale caratteristico dell’isola. Un altro elemento importante della cultura di Pag è costituito dai costumi tradizionali: è possibile vederne alcuni esempi in un piccolo museo a fianco della cattedrale.

Ripartiamo da Pag con l’intenzione di spostarci di pochi chilometri e visitare una delle spiagge più immortalate sui depliant turistici, poi non troviamo la via per raggiungere il litorale che si affaccia sulla terraferma. Percorriamo quindi la piana che si estende a sud della città, tra saline e laghetti. Proseguiamo fino a Miškovići, ultimo centro prima del ponte che collega l’isola con la costa dalmata, poco distante da Zara. Facciamo il bagno in una piccola spiaggia frequentata soprattutto da famiglie: un ambiente gradevole, anche se il mare non è all’altezza di quanto visto finora sull’isola. Costante del viaggio, anche qui la vista sul mare aperto ci è preclusa. Di fronte a noi la sponda opposta del golfo: decidiamo di raggiungerla. Il paesaggio è brullo a perdita d’occhio ma i rilievi sono più dolci di quelli visti ieri: il risultato è visivamente ancora più desolante.
La prima tappa del pomeriggio è Vlašići, con la sua bella spiaggia sabbiosa e l’acqua cristallina. Ci spostiamo poi a Smokvica, il classico paese sperduto da “fine del mondo”.
 Anche qui, come nel resto dell’isola, gli edifici di valore storico sono ben pochi, ma le terrazze con vista sul mare – raggiungibile in pochi minuti grazie ad alcuni sentieri – hanno il loro perché. Di fronte a noi promontori, isole, insenature, villaggi sparsi, un faro, una chiesetta bianca sperduta tra le rocce… Le strade tortuose e le coste frastagliate dell’isola ci hanno disorientato, e rinunciamo a cercare dei riferimenti geografici. Scendiamo alla spiaggia, decisamente poco affollata: ci sembra il posto ideale per chiudere la nostra esperienza a Pago. Siamo contenti di avere visitato l’isola, che ci ha colpito soprattutto per il suo mare spettacolare, anche se forse non vi lasceremo un pezzo di cuore, o almeno non sarà grande come quello lasciato l’anno scorso a Cres. Ma non è tempo per i rimpianti.

Lasciamo Miriam e Leo a godersela – ci hanno inviato un sms giusto ieri e pare che a Cherso vada molto meglio, nell’attesa di spostarsi a Lussino  – e salutiamo Pag con una bottiglia di rosso comprata ad un banchetto lungo la strada, non proprio paški (è stato prodotto con uve proveniente da alcune vigne vicino a Zaravecchia) ma ruspante quanto basta…

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